Leadership Forum con Stefano Beraldo

Data dell'evento

04 mag 2010

Orario dell'evento

20:30 - 22:00 CEST


Indirizzo dell'evento

Università Bocconi, Foyer Aula Magna via Gobbi 5

Termine registrazione

17 giu 2011 - 14:29 CEST


Donazioni

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Beraldo è Amministratore Delegato e Direttore Generale di Gruppo Coin. Scarica il cv

Ha preso il via il nuovo ciclo di incontri 2010, stessa passione per il tema della leadership ma in un rinnovato contesto di networking: il cocktail, che nelle edizioni precedenti chiudeva l'evento, passa adesso in apertura, occupando tempo e spazio migliori per offrire ai partecipanti più opportunità di conoscenza, scambio, confronto.

 

Stefano Beraldo -
Amministratore Delegato e Direttore Generale di Gruppo Coin 

Sessanta minuti di faccia a faccia dedicati alla storia del protagonista, all’ingresso nel mondo del lavoro, allo sviluppo della leadership dal punto di vista umano e personale

Introduce Riccardo Monti, Vicepresidente esecutivo dell'Associazione Alumni Bocconi.

Una sintesi dell'incontro

Riccardo Monti
"Benvenuti al primo Leadership Forum della nuova Associazione Alumni, un grazie a Gianfranco Minutolo per avere cambiato il setting di orario: prima il networking cocktail e poi l’incontro.

Abbiamo l’onore di avere con noi Stefano Beraldo - per la prima volta un non bocconiano al Leadership Forum, segnale importante di apertura dell’Associazione - Amministratore Delegato di Coin.
Stefano inizia la sua carriera in Arthur Andersen, è poi in Benetton, partecipa quindi all’iniziativa SME, diventa Direttore Generale di Gs (venduta poi a Carrefour) e, nel 2000, Amministratore Delegato di De’Longhi. Nel 2005 è il nuovo Amministratore Delegato del Gruppo Coin, che ha recentemente acquisito Upim.

Dal nostro punto di vista il tuo cv è estremamente interessante, offre una serie di spunti sulla leadership: penso a come l’essere passato da un’esperienza più familiare a un fondo, a un gruppo complesso come quello di Benetton possa averti esposto a una serie di stili di leadership diversi. Poi verso il 2000 la bolla Internet e, ancora, la crisi più recente di questi anni".

Stefano Beraldo
"Non vorrei parlare di leadership con riferimento alla mia persona. Saranno semmai gli altri a doverla ritrovare in noi, io posso solo provare a raccontare quali sono le cose importanti che mi hanno consentito di avere dei risultati, quali fattori, quali leve sono state utilizzate.
Certamente qualcosa di positivo sono riuscito a realizzarlo: sono diventato uno specialista di turnaround, sarà per questo che mi capita di essere invitato! Credo che la leadership sia nei fatti più che nelle dichiarazioni".

E dai suoi racconti di vita aziendale emergono due linee: l’importanza della condivisione e la necessità di ripetere:

"Quando piove veramente e bisogna capire cosa fare per riuscire a capovolgere quasi tutto, poiché quasi tutto era già stato tentato senza successo, occorre cambiare la prospettiva e trovare una strada altrimenti invisibile. Trovare la strada è solo il primo dei 50 step da compiere perché tanto più è grande la struttura, tanto più la strada individuata deve essere percorsa da 10, 50, 100 persone chiave nell’organizzazione.
Perché alla fine, i risultati nascono dall’implementazione, non solo dalla strategia, e purtroppo l’implementazione non ha nulla a che vedere con la tua capacità di aver individuato una strada".

E ancora: "Credo che la leadership voglia dire avere le idee giuste e avere il fisico, la testa e il cuore per fare in modo che qualcun altro te le realizzi (....). La grande regola di management che ho da trasmettere a chi ha voglia di ascoltarla è: Ripetere. Cioè credere in una cosa e poi ossessivamente pretendere di vederla realizzata. Guardarla, valorizzarla, toccarla, fare i complimenti quando è stata realizzata e continuare ad essere demanding".

Riccardo Monti
"Un punto importante che hai portato è la squadra. Approfondiamo un attimo questo aspetto: come elaborare, cambiare qualcosa nell’ambito di una squadra?"

Stefano Beraldo
"E’ un tema molto delicato e importante, che non ha ricette naturalmente, e sul quale ho vissuto situazioni diverse.
Il concetto di squadra in base alla mia esperienza, prevede il concetto di complicità, viaggiano paralleli: senza la complicità non c’è la squadra, altrimenti c’è un'organizzazione ma non c’è il team.

Il team è quando, ad esempio, uno sbaglia un passaggio e chi dovrebbe ricevere la palla capisce che l’errore è stato fortuito e corre di più per raccoglierla comunque. Complicità è crearsi degli obiettivi sapendo di avere dei compagni all’altezza di realizzarli. La diffidenza fra i membri della squadra rende invece l’implementazione difficile".

E prosegue illustrando le differenze fra due casi: il cambiamento totale del team aziendale e il lavoro sul team esistente. Quest'ultimo "è un lavoro molto più lento, fatto di persuasione, di creazione di meccanismi di complicità, di immediata dichiarazione delle inadeguatezze. E’ un intervento sulle persone: formazione sul campo, visite insieme ai negozi della concorrenza.... stavamo ore nei negozi della concorrenza!
Fino a che si comincia a parlare tutti lo stesso linguaggio e la squadra cambia modo di percepire il business e comincia a reagire".

Riccardo Monti
"C'è un altro tema credo interessante: come gli aspetti di leadership siano diversi quando si lavora per un imprenditore rispetto a quando si lavora invece per un fondo, con certi tipi di dinamiche".

Stefano Beraldo
"La soddisfazione e la logica con cui si affronta la missione di guidare un’azienda dipende dai challenge che uno si dà e non necessariamente solo dalla governance dell’impresa.
Dipende da come tu interpreti il lavoro, da come ti guadagni la tua autonomia, il tuo ruolo e la tua leadership. Anche rispetto all’imprenditore, se lavori per un imprenditore".

"Nel caso della governance dei fondi, credo che ogni esperienza sia un’esperienza a sé. Innanzitutto non si lavora PER un fondo ma CON un fondo come socio. In questo caso, trasparenza e correttezza nella reportistica diventano di gran lunga i prevalenti se non unici strumenti di comunicazione, quello che conta sono i risultati e di conseguenza il livello di autonomia e di gestione è molto superiore. Per me è stato quasi assoluto.
La strada non c’era: l’ho trovata e assieme al team l’ho implementata".

Qualche domanda dal pubblico:

Essere leader può significare capire in fretta i valori di successo delle varie industrie? Questo è quello che la sua storia sembra insegnare.

Stefano Beraldo
"Sì, anche. A volte occorre capire come si muovono le foglie. A volte si ha la sensazione di aver trovato la soluzione e occorre saper approfondire rispetto alla prima lettura che può essere sbagliata. Bisogna sapersi prendere il tempo per fare una seconda lettura". 
E conclude con la necessità di "studio, studio intenso del comportamento dei concorrenti, dei bilanci dei concorrenti, delle performance dei concorrenti. E diagnostica".

Ha fatto qualche passo particolare per migliorare il servizio alla clientela?

Stefano Beraldo
"Sul servizio al cliente posso dire che in OVS Industry non deve preoccuparmi il servizio attivo al cliente. In un negozio dove vendo una tshirt a 6.90 euro, lì il servizio è il replenishment, cioè le persone devono essere ossessionate dal tenere il negozio in ordine, continuamente rifornire lo scaffale e riformare le pile di prodotto.
In Coin, dove il posizionamento prezzo e target clientesono superiori abbiamo posto un’attenzione costante a livello di servizio, fatta di visite improvvise al negozio, l’istituzione di Mistery Shopper e molta formazione, meeting con i direttori.
Vi suggerisco di tenervi lo spazio per una domanda sull’importanza del negozio, sul contenitore rispetto al contenuto".

Nel suo lungo percorso, quali sono ad oggi i momenti di difficoltà che ha superato?

Stefano Beraldo
"Credo fortemente che la capacità di un capoazienda sia contornarsi di persone che, in ciascuna specifica area di attività, siano più brave di lui.
Occorre sempre cercare una soluzione giusta stimolando, nella riflessione dei tuoi collaboratori, il massimo di quello che possono portarti. Mettendo in discussione, confutando, provocandoli: spesso bisogna provocarli per ottenere delle risposte, devi portarli allo stress.

L’uomo, solo quando è di fronte allo stress comincia a elaborare veramente in un modo profondo, a mettere in crisi le sue convinzioni, quelle più esteriori.Quindi direi che la risposta alla sua domanda è che io non ho mai avuto veri momenti di difficoltà, nel senso di non sapere quali decisioni prendere. Non ricordo almeno, anche perché sono un ottimista e una persona serena, quindi tendo a rimuovere le difficoltà superate".



 

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