18 gen 2021

Benvenuta, Presidente

Negli anni ’90, quando era studentessa, non sapeva nemmeno usare il computer. Ora è addirittura il CEO di Microsoft Italia. Silvia Candiani è da due mesi Presidente della Bocconi Alumni Community e si racconta in questa intervista, che parte dai corridoi di Sarfatti e finisce con una canzone di Jovanotti…

Nominata all’unanimità dal cda Bocconi e in carica dal 1 novembre 2020, Silvia Candiani prende le redini della Community di oltre 120.000 Alumni del mondo con entusiasmo e consapevolezza. 
Ci ha raccontato di sé, dei suoi anni di studio, dei docenti più amati e della forza del network, vissuto in prima persona con un mentore d’eccezione e con legami di vita e professionali importanti.

Silvia studentessa Bocconi. Che ricordi hai di quegli anni di studio?
Sono stati anni belli, in cui ho stretto amicizie per la vita, che mi ha dato la misura di quanto sia importante fare “rete” già sui banchi. L’ho vissuta tanto, l’università: studiavo in biblioteca, al bar, insieme agli altri. 
Un’esperienza in cui ho conosciuto tantissime persone di ogni cultura, molto simili a me come approccio, con valori comuni. Poi al quarto anno ho fatto uno scambio con Wharton con la mia amica del cuore, eravamo le uniche due italiane con studenti più grandi di noi di dieci anni. Una finestra sul mondo incredibile che mi ha aperto un mare di possibilità… se penso che quando sono arrivata lì – 1991, 1992 – non sapevo nemmeno usare il computer!

E dei docenti che ricordi hai?
Indimenticabile per me è il prof. Castagnoli di matematica finanziaria, ma anche Alberto Grando, che insegna ancora e ho ritrovato nel board Alumni anni dopo. Ma anche De Sury, con cui mi sono laureata in Economia Aziendale nel 1993. Ripenso che venivo dal liceo classico, non avevo basi di contabilità… insomma, mi ero ritrovata a fare la partita doppia… coinvolgimento un po’ basso! Eppure, alla fine, se sono riuscita a entrare bene in argomenti apparentemente ostici, è anche merito loro.

Dicevi del Board Alumni: ne eri membro ai tempi dell’associazione e della presidenza Guindani.
Lavoravo ancora in Vodafone, di cui Guindani era AD e poi Presidente. Io ero direttore marketing e curavo i nostri clienti con tutte le logiche dell’engagement che poi abbiamo iniziato a portare sugli Alumni. Ho preso parte al progetto dell’allora BAA – Bocconi Alumni Association con entusiasmo: al di là del piacere di ritrovarsi, che è fondamentale nella nostra community, mi era rimasto l’affetto per l’Alma Mater e volevo contribuire a qualcosa di ritorno, dire a mio modo “grazie” a un’istituzione decisiva del mio percorso di vita e professionale.


Ci sono compagni di corso con i quali sei ancora in contatto o con cui magari lavori o hai lavorato?
I miei amici più cari sono quelli di università, tra cui la mia migliore amica del tempo, che si chiama anche lei Silvia – è che lo è ancora oggi. E poi sì, ho assunto come Direttore Generale in Microsoft Barbara Cominelli, che era compagna di corso: abbiamo lavorato insieme tre anni.


Abbiamo parlato di ritrovarsi e rivedersi, ma sei stata nominata Presidente BAC in “digitale”, un momento storico quasi sospeso dal punto di vista del contatto umano.
È così un po’ per tutto, una modalità ibrido-digitale che però permette di continuare a fare le cose – fattore fondamentale da tenere a mente. Sono stata fortunata, perché comunque conoscevo già molti degli interlocutori: col Rettore Verona abbiamo già progetti in essere, conoscevo già il Consigliere Delegato Taranto, conoscevo già il prof. Sironi.

Hai avuto un Mentore nel tuo percorso? 
Senza dubbio Vittorio Colao, altro Alumnus straordinario, che mi ha assunto in McKinsey prima e poi in Omnitel, ed è anche nel Board nella Bocconi. Da lui ho imparato il tema della leadership ispirazionale, di come sfidare lo status quo per trasformare le aziende, di come è importante rimanere aggiornati sulle competenze – che è poi il pilastro del nostro Continuous Learning.
 

Come stai lavorando da neo-Presidente?
Sto portando avanti un bel percorso di induction con Elena Gelosa (Direttore BAC) e i diversi stakeholder: l’advisory board, i referenti faculty, le persone chiave. Mi sono messa in ascolto, e ascolto opinioni. Il valore aggiunto degli Alumni è riconosciuto; mi serve capire cosa fare di più e meglio, costruendo il nuovo percorso sulle basi del piano strategico, che condivido. A fine gennaio terminerà il giro di consultazioni e poi tireremo le fila, per definire le iniziative su cui puntare: bisogna sceglierle bene, non si può fare tutto. 

Quali i take away che ti sei portata a casa dal mandato del predecessore?
Riccardo è stato un padre fondatore della community, dando tempo ed energia senza pari. Ha gettato le basi della nuova Alumni, consolidando la transizione tra associazione e community e, da ottimo ingegnere, ha costruito molti ponti perché l’Alumni vive proprio di questo rapporto di scambio: la Bocconi può fare molto per gli Alumni, ma gli Alumni possono fare molto per l’università, e tutti insieme possiamo fare molto per la società.
 

Lo abbiamo chiesto anche ai nuovi quattro Topic Leader: c’è una canzone che ti lega alla Bocconi?
Ragazzo fortunato, di Jovanotti. “Mi ha regalato un sogno…è andata com’è andata la fortuna è d’incontrarti ancora...” Potrebbe essere altrimenti?