12 mar 2021

Il "fil rose" delle donne che supportano le donne

Simona, Rita e Camilla: tre Bocconiane raccontano, tra ideali e fatti concreti, il loro percorso di leadership al femminile nel settore finanziario. Queste sono le loro storie. E “Women in Finance” è il progetto per sostenere le future generazioni che vogliono intraprendere il loro stesso cammino.

Si parla molto di women empowerment, letteralmente definito come “un percorso di conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni, sia nell'ambito delle relazioni personali sia in quello della vita politica e sociale.”
Un processo inarrestabile che vede le donne a supporto delle donne, ma anche una sempre più forte sensibilizzazione sul tema nell’universo maschile. 
Un tema molto sentito – e non solo nella settimana di marzo tradizionalmente dedicata alla donna – che parte da un punto chiave: insieme si è più forti, soprattutto nei “passaggi di consegne” tra le generazioni.

Ideali e concretezza
Si parte dagli ideali, che devono però andare di pari passo ad azioni e risultati concreti: donne che supportano donne anche nel lavoro, e quindi donne che spingono a rafforzare la vita professionale loro e delle generazioni successive: ecco perché serve dare una scossa al trend che oggi vede in Italia solo il 18% di donne a ricoprire posizioni dirigenziali, una percentuale che cresce dello 0,3% all’anno. Un andamento che, di questo passo, vedrebbe il traguardo della parità raggiunto tra più di un secolo.
In particolare, i settori ad alta concentrazione di uomini, come la finanza o l’energetico, hanno una forte necessità di discipline STEM (science, technology, engineering and mathematics), in cui le donne laureate sono solo il 16,2% e nello specifico settore finanziario le donne che ricoprono il ruolo di CFO sono il 30%. Ma la gender equality è qualcosa di più di un obiettivo etico: è un parametro che influenza la fiducia degli azionisti e si pone quindi come un vantaggio competitivo. Ecco perché serve creare opportunità d’accesso a una formazione qualificata in ambito finanziario per giovani donne dal profilo internazionale. 
Ne abbiamo parlato con “tre nostre donne”: Simona e Rita, due Alumne donor, e Camilla, una studentessa beneficiaria: generazioni diverse unite da un fil rose (più che rouge), leader di oggi che supportano le leader di domani. 

Simona Maellare: “Servono consenso, empatia e fatti”.
Global Co-Head of Alternative Capital Group in UBS e membro del Global Banking Global Management Committee, Simona ha oltre 25 anni di esperienza nell'investment banking ed è stata classificata come una delle 100 donne più influenti nella città di Londra per cinque anni consecutivi, dal 2014 al 2019. Sposata e madre di due figli, sostiene da sempre l’importanza di investire nelle giovani generazioni di donne. Ha così deciso di contribuire al futuro di una studentessa del biennio che voleva studiare finanza, Valentina Fregnani: un contributo per raggiungere una cultura inclusiva e aumentare la percentuale di donne che intraprendono una carriera in finanza.
Simona vede già diversi cambiamenti nel settore finanziario e punta su tre fattori chiave: consenso, empatia e fatti. “Oggi lavorare nel settore bancario e finanziario è molto più facile di quanto non fosse 25 anni fa, quando ho iniziato. C'è più consapevolezza sulla diversità ma anche molto più rispetto. […] Tuttavia, devo dire che sono ancora molto spesso l'unica donna nella “stanza”. All'inizio ho trovato difficile essere ascoltata. Penso che l'errore principale che spesso commettiamo come donne sia conformarci e comportarci come uomini. Spesso ci guardiamo intorno, cogliamo l'atmosfera e lo stile del nostro parterre e agiamo di conseguenza. Mi ci è voluto tempo e fiducia per arrivare a dire ‘Sai una cosa? Sono diversa, penso in modo diverso ed è quello che porterò in questo contesto: il mio personalissimo contributo’ […] Dobbiamo sempre basarci sui fatti e portarli sul tavolo: questa è la chiave per smentire il luogo comune secondo cui le donne sono più emotive al lavoro e per convincere inequivocabilmente del valore del nostro lavoro e delle nostre idee.”

Tuttavia, continua Simona, il percorso è ancora molto impegnativo e combattere gli stereotipi con pregiudizi consci e inconsci spesso non è facile. “Il mio consiglio è: tolleranza zero per l'inappropriatezza e prontezza nel regolare qualsiasi comportamento o condotta basati sul genere”.


Rita Gastaldi, una delle “sette” del 1968
Nel 1968 solo sette donne si laurearono in Economia e Commercio in Bocconi. Una di queste era Rita Gastaldi. Una carriera che è partita dal Gruppo Euromobiliare, con incarichi in operazioni di finanza straordinaria sul mercato azionario italiano, fino alla nomina di Senior Advisor in EQUITA SIM S.p.A. La decisione di sostenere gli studenti meritevoli è stata, come dice lei stessa, “inevitabile” per avere a sua volta beneficiato di borse di studio, ma soprattutto in prospettiva di una dimensione sociale sempre più equa e garantista. Grazie a Rita, Rebecca De Filippis ha così potuto iniziare il suo percorso di laurea triennale. 
Rita non crede alle quote rosa, che quasi la infastidiscono, dice, ma è convinta che dovremmo tutti essere considerati come esseri umani e valutati esclusivamente in base ai nostri meriti e alle nostre capacità.
“Nel 1972 in Euromobiliare ero l’unica donna, ma non mi sono mai sentita gravata dalla discriminazione di genere. La mia è stata una carriera felice con responsabilità crescenti. Non è però stato così nei miei colloqui precedenti con altre società: allora non c’era nessun imbarazzo nell’ammettere che non si volevano assumere donne laureate per la loro scarsa disponibilità ai trasferimenti e per il loro ruolo all’interno della famiglia. La prassi era assumere le donne solo come dattilografe o, se particolarmente intelligenti, come segretarie. Ho avuto la fortuna di vivere da protagonista gli anni del grande cambiamento nel mondo della finanza e dei mercati; ho seguito la privatizzazione della STET (Società Finanziaria Telefonica), che è storicamente considerata la madre di tutte le privatizzazioni: erano i primi anni ‘90 ed ero l’unica donna nel team, di cui faceva parte anche Mario Draghi, allora direttore generale del Tesoro.”

Il fil rose con Camilla 
Il testimone passa, grazie a questo ideale fil rose, a Camilla Gaetani, classe 1998. Camilla è la prova concreta di questa voglia di continuare a lasciare il segno e di sostenere il futuro delle giovani brillanti e meritevoli. Dopo la laurea triennale in International Economics and Management in Bocconi, sta proseguendo con la laurea magistrale in Finance. È attualmente al suo secondo anno di studi, grazie dall’assegnazione di un Bocconi Merit Award sostenuto dalla generosità della donor Claudia Segre. 
"Quando ho scelto di iscrivermi al corso di Finance non ho mai pensato che fosse qualcosa di prettamente maschile. Ho la fortuna di essere parte di una nuova “epoca” per la finanza, in cui si cerca sempre più diversity nel mondo del lavoro. […] Il fatto di essere sostenuta da un’altra donna nei miei studi per me ha un profondo valore simbolico, di un mondo che è cambiato e che vuole continuare a cambiare."

Ognuna e ognuno di noi, indipendentemente dal genere, può contribuire a questo cambiamento: si può infatti donare al progetto Women in Finance per sostenere il futuro di un giovane talento al femminile e contribuire ad una società più equa, inclusiva. In una parola, migliore.
Come? Cliccando qui.